Le priorità di federazione moda Italia al tavolo della moda presso il ministero delle imprese e del made in Italy

Il 23 gennaio Federazione Moda Italia – Confcommercio è intervenuta con il Presidente Giulio Felloni e il Segretario Generale Massimo Torti al primo Tavolo della Moda sotto il Governo Meloni tenutosi a Roma presso la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).

Al Tavolo, presieduto dal Ministro Adolfo Urso, alla presenza del viceministro Valentino Valentini, dei sottosegretari Fausta Bergamotto e Massimo Bitonci, del viceministro dell’Ambiente e Sovranità Energetica, Vannia Gava, e del sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, si sono incontrate tutte le componenti della filiera, dalla produzione agli showroom, fino alla distribuzione commerciale per fare il punto sugli effetti del caro energia e dell’inflazione sui consumi di un settore strategico per l’economia e tra i più importanti per formazione del Pil e occupazione.

Durante la riunione, il Ministro Urso ha presentato le azioni che il Governo sta mettendo in campo per sostenere il settore e contrastare le nuove sfide globali tra cui la concorrenza sleale e la lotta alla contraffazione. Più in particolare il Ministro Urso ha preannunciato l’adozione di incentivi per sostenere l’export puntando a politiche industriali in risposta alle nuove sfide cinesi e americane (Buy European) e la riforma del settore della formazione professionale, eccellenza della filiera italiana, con riforma degli ITS e la creazione del liceo del Made in Italy. 

Nel suo intervento, il Presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni ha riaffermato al Ministro Adolfo Urso l’importanza del retail della moda sul mercato interno dal punto di vista economico e sociale e per la vitalità dei nostri centri e dei nostri comuni: “La situazione per il settore moda sul mercato interno è particolarmente preoccupante a causa dell’inflazione all’11,6%, e degli inevitabili aumenti di almeno il 15%, che i fornitori praticheranno a partire dalle prossime collezioni, del costo del denaro e della difficoltà delle imprese ad ottenere credito. Una situazione difficilmente sostenibile per i negozi di moda che dovranno anche pagare una mensilità in più all’anno per l’adeguamento Istat ai canoni di locazione e che potrebbero trovarsi di fronte ad una generale contrazione dei consumi”. 

Al ministro Adolfo Urso, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha raccontato le preoccupazioni del settore e avanzato un pacchetto di proposte per rilanciarlo.

Tra queste un intervento urgente sulle locazioni commerciali come ad esempio un credito d’imposta del 30%, così come avvenuto durante la pandemia, o l’introduzione della cedolare secca sugli affitti commerciali condizionati all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto dopo accordo specifico tra locatore e conduttore. Per il rilancio dei consumi la Federazione ritiene poi indispensabile un ‘bonus moda’, come quelli già sperimentati per automobili e arredamento, per la consegna nei negozi di moda di prodotti usati dai consumatori e un’aliquota Iva agevolata del 10% sui prodotti di moda.

“Riteniamo – ha sottolineato Felloni – che il Tavolo della Moda possa anche essere la sede ideale per dar vita ad un patto tra produzione, trasformazione, rappresentanza e distribuzione commerciale per una ‘filiera etica’, anche per trovare soluzioni per affrontare con equilibrio l’evoluzione dei prezzi al consumatore”.

Al Tavolo della Moda, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha lasciato un contributo scritto con le seguenti priorità:

  • credito d’imposta del 30% sulle locazioni commerciali del settore moda, così come avvenuto nel corso del periodo pandemico. La seconda ipotesi riguarda l’introduzione della cedolare secca sugli affitti commerciali condizionati all’obbligo di una congrua riduzione dei canoni di affitto a seguito di specifico accordo tra locatore e conduttore;
  • sostegno e incremento della domanda interna per il rilancio dei consumi del settore moda, con:
    − un BONUS MODA come sperimentato in altri settori (vedi ECOBONUS automobili e arredamento) per la consegna nei negozi di moda di prodotti usati dai consumatori;
    − un’aliquota IVA agevolata del 10% sui prodotti di Moda;
  • incentivi per innovazione e eco-sostenibilità per Micro e PMI della Moda;
  • abbattimento delle commissioni e dei costi POS a carico delle imprese della Moda, visto l’elevato utilizzo della moneta elettronica;
  • rafforzamento dei crediti d’imposta energetici e proroga a settembre dei termini per la loro fruizione;
  • abbattimento del cuneo fiscale;
  • congrua web tax e imposta minima globale sui ricavi dei colossi del web per garantire una leale concorrenza e riequilibrare un mercato che non può rimanere senza regole;
  • riduzione a 70 euro della soglia per l’accesso al tax free nel nostro Paese che risulta la più elevata di tutta Europa.

 

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